Mercoledì 12 gennaio 2022 – Emanuela Cascini

 

Ciao Emanuela, nostra amica di splendidi anni trascorsi facendo mille cose

Ricordare Emanuela è ritornare alla nostra gioventù, e sentirci più legati alla sezione e agli altri amici con cui abbiamo condiviso le salite fatte con lei, le notti sotto le stelle, i corsi dove siamo stati suoi allievi.

Arriva tra noi nel 1978 ed è immediatamente attivissima e appassionata. Un po’ di gite in montagna, poi la roccia, che diventa presto la sua grande passione. Dopo il Corso di roccia tenuto nel 1980 da Alessandro Partel, Benvenuto Laritti e Giovanni Soma, delle Guardie di Finanza di Predazzo, coadiuvati dai nostri soci Raffaele Lombardi, Paolo Roitz, Maurizio Migliorini e Paola Girardi, subito Emanuela si organizza per arrampicare: a Capri, poi in Dolomiti (Via del Pilastrino sulla Prima Torre del Sella, Spigolo Piaz della Delgado sulle Torri del Vaiolet; prima parte della Micheluzzi nel Gruppo del Sella). Per anni, tutte le estati, sale belle vie in Domomiti, anche con giovanissimi soci come Andrea Sgrosso, oggi istruttore di arrampicata, e forse non riusciamo a ricordarle tutte: la Punta Emma nel Gruppo del Catinaccio, tante vie nel Sella, alla Moiazza, nel Civetta, al Sasso Lungo; la traversata delle Tre Torri, la via Piaz sulla Torre Non del Catinaccio d’Antermoia; la Micheluzzi al Piz Ciavazes. Nel 1984, insieme a Luciano Bergamasco, Giovanni Guerriero e Paolo Roitz, è istruttore di un corso di arrampicata che tiene alla sezione di Napoli; poi continua le sue salite: alla Piccolissima di Lavaredo, alla Torre del Lago, la Punta Fiammes, nelle Cinque Torri; alla Tofana di Rozes… sempre arrampicando poi nei Lattari, a Gaeta, a Capri, dove apre una via al Faraglione di Terra con passaggi di VI.

Non si ferma alla roccia, ama i grandi orizzonti. Nel 1985 è con Onofrio Di Gennaro, Aldo Pireneo, Pasquale Benvenuto e  gli abruzzesi Duilio Di Piero e Domenico Nittolo sul Monte Ararat (5165 m); nel 1989 organizza in Kashmir un trekking interamente autogestito.

È tentata dalle Alpi occidentali: fa un tentativo al Cervino; sale alla Tour Ronde con Luigi Ferranti. Ama lo sci alpinismo, e porta uscite scialpinistiche della sezione in Abruzzo. È incuriosita dal sottosuolo, e per un breve periodo si occupa anche di cavità artificiali.

Si impegna nella vita sezionale come consigliere e membro del comitato di redazione del Notiziario; porta gite domenicali, organizza proiezioni di diapositive, scrive delle sue salite e delle sue esperienze, con la franchezza entusiasta di chi si mette davvero in gioco: e leggiamo della prima volta che sale in ramponi e piccozza in una notturna per assistere all’alba sul Tartaro, della prima volta che ha arrampicato in artificiale con le staffe, alla Montagna Spaccata a Gaeta; del tentativo al Cervino, fallito per il disagio dell’alta quota e per il sopraggiungere del cattivo tempo. È autrice, nel volume Club Alpino Italiano. Sezione di Napoli 1871-2001, dell’articolo 1971-2001 Gruppo Roccia.

Si dedica ai giovani, trasmettendo la sua esperienza con semplicità e partendo sempre dal suo vissuto: minuta com’era, ci rassicurava e rideva di dover fare due passaggi di V per superarne uno che sarebbe stato di III per una persona di statura appena maggiore…  Si impegna per i ragazzi: dopo il corso di roccia tenuto nel 1984, frequenta nel 1986 il Corso per accompagnatori di alpinismo giovanile, poi nel 1999 tiene uno Stage di avviamento all’alpinismo.

Conservare la memoria della vita della sezione è anche ricordare Emanuela Cascini. La sua attività ha spaziato lontano, molti l’hanno conosciuta; fra le sezioni della Campania, gli amici di Piedimonte Matese, che ha lungamente frequentato, ci hanno trasmesso tutto il dispiacere della sua perdita.

I suoi amici più cari hanno un ricordo accorato di quella figuretta piena di energia che nascondeva un grande cuore, che ha molto amato, attraverso la montagna, chi ha saputo esserle vicino.