Sabato 16 febbraio 2019 – Tunnel Borbonico

Attività culturali CAI Napoli

Sottosuolo di Napoli: Visita Galleria Borbonica


Percorso: 600 m
Durata: ore 1.20 circa
Difficoltà: turistica
Equipaggiamento: nessuno
Abbigliamento: confortevole per una lunga camminata, felpa, giubbino leggero
Appuntamento: ore 9.45 Piazza Plebiscito ingresso Galleria Borbonica ore 10.00
Contributo: per ingresso alla struttura euro 8,00 (muniti di tesserino CAI)
Responsabile: Marco Ruocco 349.771.71.36 (IS GS CAI Napoli)

IL PROGETTO “BORBONICA SOTTERRANEA”
Nel marzo 2005 un gruppo di speleologi entrarono nella Galleria Borbonica per realizzare alcuni rilievi: il Tunnel si presentava all‟epoca in uno stato di totale degrado ed abbandono, invaso da detriti e materiali legati ai lavori di scavo del LTR. I rilievi consentirono di ammirare la bellezza di un‟opera civile da anni dimenticata e portarono, al contempo, alla scoperta di diverse cavità non censite ubicate in aree limitrofe al Tunnel migliorando la conoscenza del sottosuolo dell‟area di Monte Echia.
Il progetto “Borbonica Sotterranea”, realizzato dal dr. Gianluca Minin e dal dr. Enzo De Luzio, ha previsto la realizzazione di una nuova struttura turistica in grado di valorizzare una porzione di rilevanza storica del sottosuolo della città di Napoli. Esso costituisce il primo caso in cui è possibile ammirare le opere realizzate nel sottosuolo durante il regno dei Borbone e le interconnessioni tra queste e la rete acquedottistica seicentesca del Carmignano.
I componenti dell‟Associazione Culturale con l‟aiuto di numerosi volontari hanno contribuito a migliorare lo stato della Galleri ripulendolo ed illuminandolo fino a consentire una facile e gradevole passeggiata.
L‟accesso al Tunnel avviene grazie alla presenza di una scala già esistente realizzata nel „700 per consentire ai pozzari la manutenzione dell‟acquedotto. La scala, ubicata a vico del Grottone n° 4, era utilizzata quando la cavità fu usata come ricovero bellico e fu poi completamente riempita di detriti dopo gli ultimi bombardamenti della II Guerra Mondiale e se ne perse traccia.
All‟interno della Galleria Borbonica è possibile ammirare le auto e le moto d‟epoca, trasportate al suo interno dal Comune di Napoli dopo la Guerra quando gli ambienti caveali furono utilizzati come deposito giudiziale.

La Galleria Borbonica: CENNI DI STORIA

Ferdinando II di Borbone il 19 febbraio 1853 firmava un decreto con il quale incaricava l‟arch. Alvino di progettare un viadotto sotterraneo che, passando sotto Monte Echia, congiungesse il Palazzo Reale con piazza Vittoria. Tale decreto non aveva affatto un carattere sociale; contemplava, infatti, ad ottenere un percorso militare rapido, in difesa della Reggia, per quelle truppe acquartierate nella caserma di via Pace (attuale via Domenico Morelli), al largo Ferrantina ed a San Pasquale a Chiaia, nonché una sicura via di fuga per gli stessi monarchi. L‟opera fu iniziata nello stesso anno, ma lavori furono interrotti nel 1855 sia per le numerose difficoltà incontrate durante gli scavi, sia per gli sconvolgimenti politici che andavano maturando e che culminarono con la cacciata dei Borbone, e la fine del Regno delle Due Sicilie.
Si attaccò la montagna in via Pace, ora via Domenico Morelli, da quello slargo dovuto proprio al piazzale di cava che di solito precede l‟inizio di scavo nella parete tufacea. Da esso partivano due gallerie che procedevano parallele per m 84, per finire in dei grossi vuoti, le “Cave Carafa”; da queste cave, nel 1788, fu estratto altro tufo per la costruzione della Chiesa della Nunziatella, che la Marchesa Anna Mendozza della Valle fece erigere per i Padri Gesuiti, cacciati da Ferdinando IV nel 1787, per insediarvi il Collegio Militare della Nunziatella.
La galleria che parte da una quota assoluta, in via Domenico Morelli di m 5,10 con pendenza del 26% dopo m 203, si porta a quota 10,80 dove camminano gli antichi acquedotti che a pelo libero servivano di acqua la città di Napoli.Lo scavo lambì a m 200 sulla destra una grossa cisterna poi ampliata a cava, superò per ben due volte la rete dei cunicoli, ma a m 245 si imbatté in grosse cisterne, che servivano le sovrastanti case di Pizzofalcone; si doveva proseguire, ma nel contempo non si poteva privare dell‟acqua gli utenti, per cui in questa zona il tunnel, con opere colossali in tufo ed in laterizi, passò nell‟acquedotto, rispettando i pozzi e le cisterne che vennero superate con ponti o separate dal viadotto con muratura. Dopo questa zona, il tunnel proseguì scavato nel tufo con una sezione m 2 x 3, giungendo a m 337 dall‟imbocco, avendo sottopassato S. Maria a Cappella Vecchia, via Monte di Dio e via Egiziaca a Pizzofalcone; proprio all‟altezza di questa strada, il tunnel cambia ancora sezione, rimpicciolendosi fino a m 1 x 2, ed è tutto rivestito con muratura, segno evidente che si finì in una sacca di incoerente. Superato anche questo ostacolo, ricomparve il tufo e la sezione di m 2 x 3; dopo altri 25 metri si giunse, avendo scavato in tutto 431 m, sotto piazza Carolina nel cortile presente alle spalle del colonnato di piazza del Plebiscito ed alla fine di via Gennaro Serra.
Gli scavi nel 1855 non avevano uscita; è opinione comune che essi furono interrotti per l‟insorgere di una nuova difficoltà e che poi non furono più ripresi per i noti avvenimenti; La Galleria Borbonica rimase senza la seconda uscita fino al 1939, allorché si ritornò in esso per adottarlo a ricovero antiaerei insieme a quelle cisterne dell‟antico acquedotto che erano state abbandonate nel 1885.
La Galleria Borbonica nel periodo bellico e fino agli anni 70 fu utilizzato come Deposito Giudiziale Comunale; in esso era conservato sia tutto ciò che si era estratto dalle macerie causate dai 200 bombardamenti subiti da Napoli, sia tutto ciò che fino agli anni „70 veniva recuperato da crolli, sfratti e sequestri.

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